La flussimetria delle arterie uterine viene comunemente usata in gravidanza, a 22-24 settimane, per predire il rischio di gestosi e ritardo di crescita. Negli ultimi anni è stato sviluppato un sistema di screening già dal primo trimestre, al momento della translucenza nucale, con un esame che integra i dati delle arterie uterine con il dosaggio ematico di PAPP-A e Placental Growth Factor, proteine di origine placentare.
Ma oggi vorrei parlare di una cosa diversa, cioè della flussimetria delle arterie uterine al di fuori della gravidanza, un argomento su cui ci sono ancora pochi dati in letteratura.
La resistenza delle arterie uterine viene valutata come PI (pulsatility index) ed RI (resistance index), dei valori che esprimono il rapporto tra flusso sistolico e flusso diastolico. Cioè valori di PI ed RI più alti esprimono maggiori resistenze, e questo si traduce in una forma dell’onda flussimetrica più “aguzza”.
Alcuni autori hanno indagato la flussimetria delle arterie uterine, in relazione agli esiti della fecondazione assistita. Uno studio ha evidenziato che le FIVET che esitavano in gravidanza, presentavano un valore di PI più basso in fase follicolare (1). Un altro studio non conferma però questi dati, non trovando differenze nel PI delle arterie uterine, misurato il giorno del transfer embrionario, tra cicli FIVET andati a buon fine o meno (2).
Sono emersi dati interessanti riguardo allo studio delle arterie uterine nei casi di poliabortività: risulta che le pazienti con abortività ricorrente presentano valori di PI delle arterie uterine in fase medioluteale (vale a dire post-ovulazione) significativamente più alti rispetto ai controlli sani (2.42 +/- 0.79 vs 2.08 +/- 0.47). Questo risulta vero soprattutto nei casi di abortività ricorrente da causa sconosciuta, nelle forme da anticorpi antifosfolipidi e nelle anomalie morfologiche dell’utero, ma non nei casi di trombofilia congenita, né nelle patologie tiroidee (3).
Altri autori evidenziano resistenze uterine aumentate al 21° giorno del ciclo nei casi di infertilità da varie cause, rispetto ai controlli fertili (4).
Se viene riscontrata una flussimetria delle arterie uterine alterata, che cosa bisogna fare?
Ancora non esiste accordo su questo argomento, ma dati preliminari indicano che l’uso di aspirinetta e omega 3 possa essere benefico, riducendo i valori di PI delle arterie uterine dopo due mesi di somministrazione. Non è chiaro però se questo possa portare vantaggi clinici reali, in termini di maggior numero di gravidanze, portate a termine con successo (5).
Riferimenti
(1) Fugino Y, Ito F, Matuoka I, Kojima T, Koh B, Ogita S. Pulsatility index of uterine artery in pregnant and non-pregnant women. Hum Reprod. 1993 Jul;8(7):1126-8.
(2) Hoozemans DA, Schats R, Lambalk NB, Homburg R, Hompes PG. Serial uterine artery Doppler velocity parameters and human uterine receptivity in IVF/ICSI cycles. Ultrasound Obstet Gynecol. 2008 Apr;31(4):432-8.
(3) Lazzarin N, Vaquero E, Exacoustos C, Romanini E, Amadio A, Arduini D. Midluteal phase Doppler assessment of uterine artery blood flow in nonpregnant women having a history of recurrent spontaneous abortions: correlation to different etiologies. Fertil Steril. 2007 Jun;87(6):1383-7.
(4) Steer CV, Tan SL, Mason BA, Campbell S. Midluteal-phase vaginal color Doppler assessment of uterine artery impedance in a subfertile population. Fertil Steril. 1994 Jan;61(1):53-8.
(5) Lazzarin N, Vaquero E, Exacoustos C, Bertonotti E, Romanini ME, Arduini D. Low-dose aspirin and omega-3 fatty acids improve uterine artery blood flow velocity in women with recurrent miscarriage due to impaired uterine perfusion. Fertil Steril. 2009 Jul;92(1):296-300.