La bella stagione è alle porte, e molte ragazze mi chiedono se si può mangiare il gelato durante la gravidanza. La risposta è sì, ma vediamo tutti gli avvertimenti del caso.
Ho sempre creduto che i gusti alla frutta fossero più leggeri e digeribili e quindi più adatti alla gravidanza, ma mi sono dovuta ricredere. Ultimamente, infatti, ho comprato una piccola gelatiera per fare il gelato in casa, e ho iniziato a informarmi su composizione e valore nutrizionale di questo alimento, appassionandomi al blog jopistacchio.it:
- il gelato vero e proprio ha una base di latte ed eventualmente panna, può essere aggiunto il tuorlo d’uovo, che contiene la lecitina, una sostanza con funzione emulsionante. Essa tiene insieme cioè i componenti idrofili e lipofili, che si sciolgono rispettivamente in acqua e lipidi e quindi sarebbero in teoria non mescolabili. La percentuale di zuccheri è intorno al 20%, le proteine 15%, i lipidi 10%.
- il sorbetto invece ha una base di acqua, a cui si aggiungono zuccheri e addensanti. La percentuale di zuccheri può arrivare al 30%. A differenza del gelato, la cui corposità è sostenuta in parte dalla presenza di latte e panna, vanno sempre aggiunti addensanti e fibre per raggiungere una buona consistenza.
La prima considerazione è che il gelato ha sempre un contenuto di zuccheri molto elevato, in pratica se non è davvero molto zuccherato risulta insipido o disgustoso (e questo non dipende dalla qualità delle materie prime utilizzate). Inoltre, la percentuale di zucchero influenza il punto di congelamento e quindi la qualità del gelato stesso, pertanto non si può ridurre troppo nemmeno nelle preparazioni fatte in casa.
Infine, bisogna evidenziare che praticamente a tutti i gelati sono aggiunti addensanti e stabilizzanti, che consentono loro di ottenere una consistenza cremosa e di non trasformarsi in un blocco di ghiaccio in freezer a seguito della conservazione prolungata (comunque sconsigliata, soprattutto per i prodotti artigianali e casalinghi).
In gravidanza si può mangiare il gelato?
Sì, l’uso deve essere comunque saltuario e in piccole quantità, proprio per non superare la quota calorica giornaliera consigliata per la gravidanza e non incorrere in un eccessivo aumento di peso, con tutti i rischi ostetrici che ne derivano. Il gelato può essere un buono spuntino pomeridiano oppure un fine pasto ed è meglio scegliere un gusto alla crema, che è più bilanciato perché contiene anche le proteine e i lipidi del latte.
Diversamente, chi soffre o è a rischio di diabete gestazionale deve abolire completamente questo alimento.
Meglio il gelato artigianale o industriale?
Senza dubbio meglio l’artigianale, soprattutto se è clean label, cioè se sono riportati in modo chiaro additivi e addensanti utilizzati.
Sul sito di jopistacchio troviamo una lista di addensanti e delle loro proprietà. Gli additivi naturali, sicuramente innocui, comprendono farina di semi di carrube, agar, inulina, alginato di sodio. Alcune di queste sostanze hanno anche un ruolo salutistico: l’inulina favorisce infatti lo sviluppo di una flora intestinale di lattobacilli (prebiotico), mentre l’alginato di sodio è utilizzato in numerose preparazioni farmaceutiche come gel anti-reflusso, un problema comune soprattutto nel terzo trimestre di gravidanza.
Diversamente, soprattutto nei gelati industriali (ma non solo) possono essere utilizzati oli vegetali (idrogenati e non), come i mono e digliceridi degli acidi grassi, e altre sostanze su cui ci sono dubbi sulla reale innocuità (anche se non è stato dimostrato diversamente), come la carragenina o la carbossimetilcellulosa.
Sono celiaca, posso mangiare il gelato?
In alcuni casi vengono utilizzate farine di cereali per aumentare la consistenza del gelato, è importante quindi leggere bene le etichette o chiedere al gelataio.
Mangiando il gelato artigianale ci sono rischi di contrarre malattie infettive (toxoplasma, salmonella, listeriosi)?
No, per legge tutte le miscele in gelateria devono essere cotte e sanificate (pastorizzate a 85 gradi per alcuni minuti e con abbattimento termico repentino per eliminare la proliferazione batterica), prima di essere portate a bassa temperatura. La pastorizzazione per il gelato fatto in casa è essenziale solo nel caso delle ricette contenenti il tuorlo d’uovo (per evitare il rischio di salmonellosi). Latte e panna del supermercato sono già pastorizzati, per cui non esiste alcun rischio di contrarre la listeriosi.
Buon appetito!
Argomenti correlati