L’alimentazione condiziona diverse patologie della gravidanza, in primo luogo il rischio di diabete gestazionale. E’ quindi importante nutrirsi adeguatamente, in quanto le sostanze assunte passano in gran parte la placenta, ed hanno un influenza sulla programmazione metabolica ed ormonale dei tessuti fetali.
Questo è vero anche e soprattutto per gli inquinanti ambientali, gas di scarico delle automobili, pesticidi, fumo (ricordiamo che contiene più di 40 tipi di sostanze cancerogene, anche queste attraversano la placenta) e quant’altro ci ha portato lo sviluppo industriale.
Alcuni di questi elementi possono essere evitati:
in primo luogo è opportuno smettere di fumare, non appena è diagnosticato lo stato di gravidanza. Anche il fumo passivo è dannoso, in un recente articolo è stato messo in relazione con un aumentato rischio di morte in utero. Chiediamo a chi ci circonda di smettere di fumare, soprattutto al padre del bambino, che magari fuma in casa (ormai i posti pubblici sono off limits per il fumatori, per la gioia di chi tiene ai propri polmoni).
Altri inquinanti da evitare sono sicuramente i contaminanti ambientali presenti nell’alimentazione. Ormai il cibo che compriamo viene prodotto su larga scala, con l’uso di concimi non di origine naturale. Peggio ancora per le carni: gli animali vengono allevati in modo industriale sono imbottiti di antibiotici e di ormoni, per poter sopportare di vivere in comunità iperaffollate, e per favorire una rapida crescita (recente il caso della carne di un noto fast food contaminata dagli ormoni tiroidei). Teoricamente l’animale dovrebbe essere “pulito” nel mese prima della macellazione, ma vatti a fidare dei controlli.
E’ quindi un sentimento comune il desiderio di ritorno al naturale, come testimoniato dalle molte persone (15-20%), che ricorrono ai rimedi della medicina complementare al posto dei farmaci di sintesi per curarsi.
L’ideale sarebbe mangiare e cucinare come mangiavano le nostre nonne: non comprare cibi che le nostre nonne non avrebbero comprato. Cibarsi di frutta e verdura in abbondanza (la strategia anti-cancro ne prevede 5 portate al giorno), e limitare l’uso della carne rossa (consentita una volta al mese). Niente merendine e cibi pronti (le nonne non sapevano nemmeno che cosa fossero). Evitare i cibi in confezioni, con date di scadenza a molti mesi (contengono sicuramente una dose importante di conservanti).
L’alimentazione basata sul biologico non è solo una moda del momento, ma un’esigenza di mangiare in modo naturale. E’ sempre più frequente il ricorso ai gruppi di acquisto, ed anche nei grandi supermercati ormai è facile trovare cibo prodotto in modo naturale. La parola d’ordine è mangiare meno, ma mangiare meglio: i cibi prodotti senza ricorso ai pesticidi e rispettando i ritmi della natura, sono sì più costosi, ma anche qualitativamente migliori. Non c’è bisogno di un premio Nobel della chimica per capire che un frutto più piccolo e gustoso possa essere non solo più appetitoso, ma anche più sano dello stesso frutto, che sa solo di acqua.
Ricorrere al biologico significa rispettare la natura, promuovere la propria salute presente e futura, ed, in gravidanza, avere una attenzione in più alla salute di chi sta per nascere.