Ormai in molti studi medici si trova l’ecografo, al fine di completare la visita clinica. Ma, analogamente all’abito, che non fa il monaco, possedere un ecografo non rende automaticamente il ginecologo ecografista.
Infatti, è molto diversa un’ ecografia di minima, che consiste nella valutazione di elementi semplici, quali presentazione fetale, battito cardiaco e liquido amniotico, rispetto ad un esame completo.
Come si distinguono eco di minima ed ecografia “vera”?
Dal referto: l’ecografia è corredata di misure complete (CRL nel primo trimestre, BPD, CC, CA, FL nel secondo e terzo trimestre), oltre che di valutazione di posizione placentare, quantità di liquido amniotico, descrizione dell’anatomia, ed eventuali Doppler materno fetali. Il referto è accompagnato dalla documentazione iconografica, cioè dalle foto ecografiche.
L’ecografia di minima, invece, viene annotata sulla cartella clinica, ma non prevede refertazione, secondo le linee guida SIEOG. Non dovrebbero essere consegnate immagini ecografiche, senza referto.
Come posso sapere se il mio ginecologo è un bravo ecografista?
In Italia non è previsto un training specifico per l’ecografia, diversamente da altri paesi. Ad esempio in Inghilterra sono previsti altri due anni dopo la specializzazione (“subspecialty training”) dedicati esclusivamente alla medicina materno fetale.
La SIEOG (Società Italiana di Ecografia in Ostetricia e Ginecologia) promuove un sistema di accreditamento e la diffusione delle linee guida, che stabiliscono uno standard, che tutti coloro che eseguono ecografie dovrebbero garantire.
Se viene eseguito un test di screening per la sindrome di Down, controllate che il referto sia redatto attraverso l’apposito software della Fetal Medicine Foundation, ed accanto al nome dell’operatore appaia il numero identificativo FMF ID. Sul sito della FMF è possibile consultare l’elenco degli ecografisti accreditati.
Conviene scegliere un ginecologo ecografista?
Non è strettamente indispensabile. Le ecografie per le quali è stata dimostrata a livello scientifico utilità sono l’ecografia della datazione a 11 settimane, e l’ecografia morfologica, a 20 settimane. Non è dimostrata l’utilità di altri esami, anche se l’ecografia del terzo trimestre è pur sempre importante, perché ripesca alcuni casi di ritardo di crescita, che erano sfuggiti all’esame clinico. E’ importante affidarsi a medici di formazione ostetrica, che eventualmente potranno riferire la paziente a colleghi esperti in ecografia, per esami approfonditi su indicazione specifica.
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