L’alimentazione si è molto modificata nel corso dei secoli, ed in modo particolare negli ultimi anni.
In origine, il cibo veniva procurato mediante raccolta dei prodotti spontanei della terra e tramite caccia e pesca. Nel momento in cui le popolazioni sono diventate stanziali, hanno iniziato la coltivazione agricola e l’allevamento del bestiame. Il cibo poteva essere conservato per un periodo di tempo limitato, per mezzo di sale, spezie, ed essiccamento. L’alimentazione era quindi costituita per la maggior parte da prodotti freschi soprattutto cereali, frutta e verdura. La carne era un prodotto poco conservabile e prezioso, e veniva riservata ad occasioni particolari. Per lo più l’apporto proteico derivava dai legumi.
Al giorno d’oggi è semplice procurarsi il cibo (non dobbiamo aspettare a casa il marito cacciatore o pescatore) e per fortuna nel mondo industrializzato non ci sono carestie, ma al contrario i problemi di salute sono legati all’eccesso di calorie. I supermercati sono stracolmi di prodotti a basso costo, ma anche a basso valore nutrizionale: cibi conservati, in scatola, con additivi chimici volti a favorirne la conservazione per mesi o a dar loro una colorazione, che invogli all’acquisto e alla consumazione. Ad esempio, non tutti sanno che nelle confezioni di orsetti di gomma ce ne sono più di rossi rispetto agli altri colori. Frutta ed ortaggi a volte vengono lucidati con cere, e risplendono in modo abnorme (quasi si volesse cercare la lucentezza del diamante, come in una nota pubblicità di detersivo di lavastoviglie).
Ma tutto questo ci fa bene?
Con l’alimentazione avviene l’assunzione di inquinanti ambientali e di altre sostanze nocive (pesticidi, ormoni, antibiotici, usati di routine negli allevamenti su larga scala). Non si potrebbero altrimenti spiegare l’altissima incidenza di allergie, endometriosi, infertilità ed altre patologie, per lo più legate al sistema immunitario, che sono aumentate negli anni recenti.
Il problema si pone particolarmente in gravidanza, essendo il feto un organismo a rapida crescita, e quindi più suscettibile all’azione di sostanze chimiche. E’ difficile definire i danni ed i rischi, che potrebbero divenire evidenti anche molti anni dopo, nell’età adulta. E’ quindi importante alimentarsi in modo sano, non solo sul piano quantitativo (conta calorica, distribuzione tra macronutrienti), ma anche stare attenti alle sostanze, presenti a basse diluizioni. Per questo è meglio scegliere i prodotti dell’agricoltura biologica, soprattutto se a chilometro 0, cioè coltivati nella nostra zona. Questo può essere anche un modo per risparmiare, visto che i prezzi all’origine sono in media più bassi.
Chiediamoci cosa c’è nel nostro piatto e da dove viene.
Vale sempre la regola che non dovremmo mai mangiare cibi che non esistevano ai tempi delle nostre nonne, che non sapevano nemmeno cosa fossero bibite gasate, snack, patatine, fast food, creme di olio vegetale al gusto di nocciola.
Stiamo attente anche ai cosmetici: sapere che un prodotto contiene conservanti potenzialmente tossici può essere un deterrente ad usarlo. Questo riguarda soprattutto le creme, che avendo una base di emulsione acqua-olio, devono essere preservate dalla degradazione batterica.
La gravidanza può essere un momento in cui la sensibilizzazione verso uno stile di vita sano si traduce in una modifica che dura tutta la vita e che condiziona la salute delle future generazioni. Mangiare bene vuol dire minori rischi di malattie cardiovascolari, diabete, obesità, tumori per noi e per i nostri figli.
Un libro must have, soprattutto per la gravidanza, ma non solo è
Cosa c’è davvero nel tuo carrello? Guida pratica agli additivi alimentari e agli ingredienti cosmetici. Bill Statham. Ed Terre di mezzo 2005.
Un libro molto interessante per capire cosa mangiamo davvero
Il dilemma dell’onnivoro . Michael Pollan. Ed Adelphi 2008.