La gravidanza porta a tanti cambiamenti, sia nei ritmi del corpo sia nelle emozioni delle future mamme. Un bisogno che emerge soprattutto nel corso del terzo trimestre (ma spesso anche prima) è quello di fare il nido, cioè di preparare l’ambiente che accoglierà il bambino. Questo è fonte di immensa eccitazione per i genitori, che giorno per giorno vedono concretizzarsi il loro progetto di famiglia, ma porta anche tanti dubbi (e a volte preoccupazioni) sulla necessità di fare spese importanti, come quelle per la camerina e i sistemi di trasporto del bebè (passeggino, ovetto, etc.).
Bebè a costo zero di Giorgia Cozza è un’utile lettura per tutte le future mamme, che vogliono risparmiare senza rinunciare alle cose essenziali.
È importante sapere che molti oggetti sono inutili o addirittura dannosi (vedi il famigerato girello, illegale in alcuni paesi), e sono solo il frutto di un sistema consumistico, che vuole il bambino e la sua famiglia bersaglio di messaggi pubblicitari ingannevoli e distorti. In particolare, il sistema tipico dei paesi occidentali vuole far credere alle future mamme che non sono competenti per gestire un bambino da sole, ma hanno bisogno di ausili e strumenti per fare un mestiere, cui la natura le ha preparate nel corso di millenni di evoluzione.
Condivido con Giorgia Cozza la perplessità di fronte ai tanti acquisti che sembrano indispensabili per la gravidanza:
- non servono mutande premaman, un semplice modello a vita bassa può bastare per tutta la gestazione
- non serve un reggiseno specifico per l’allattamento, basta un tipo morbido con spalline facili da abbassare. Conviene in ogni caso comprarlo dopo il parto, poiché può essere molto variabile l’aumento di volume del seno con la montata lattea.
- no a panciere e fasce addominali, prima e dopo il parto. Meglio fare un po’ di ginnastica, che aiuterà la schiena durante la gestazione e farà recuperare il tono muscolare dopo il lieto evento.
- non servono prodotti specifici per prevenire le smagliature (basta un comune olio di mandorle) o per preparare il seno all’allattamento. Come dice Giorgia Cozza: “preparare il seno all’allattamento è come preparare i piedi per una camminata o il naso per respirare”.
Il bombardamento diventa massiccio non appena nasce il bambino, bersaglio ideale del consumismo: nessun genitore si sentirebbe a posto con la coscienza se pensasse di non aver dato “il meglio” a suo figlio.
Ma cos’è davvero il meglio? Qui si apre una riflessione, a mio parere significativa, sul fatto che il bambino ha bisogno davvero solo di essere accudito dai suoi genitori, e non di una miriade di oggetti, che a volte hanno il solo scopo di colmare un’assenza (montagne di giocattoli, box/galera, ciucciotto e via dicendo).
Un figlio ha bisogno di essere contenuto, dapprima fisicamente (nell’utero e poi tra le braccia amorevoli dei genitori) e, nella sua crescita, anche emotivamente. Questo, secondo me, è il mestiere più difficile del genitore, insieme all’insegnare a essere e non solo ad avere, un concetto che emerge in modo chiaro dalla lettura di questo interessante libro.
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