I nove mesi di gravidanza sono dominati da importanti cambiamenti ormonali: la gestazione è caratterizzata in particolare da un aumento degli estrogeni che hanno un effetto benefico, idratante e rigenerante sia sulla pelle che sui capelli.
Un beneficio che, però, è destinato a scomparire dopo il parto, quando si assiste nel 50% delle donne a un’improvvisa e massiva caduta dei capelli che spesso spaventa le neomamme.
Cosa accade realmente ai nostri capelli in gravidanza e dopo il parto?
Normalmente i capelli hanno un ciclo vitale composto da tre fasi che, durante i mesi di gestazione, vengono completamente alterate dal cambiamento ormonale:
1) la fase di crescita del capello (anagen) che ha una durata variabile da persona a persona ed è il momento in cui il capello si forma e cresce;
2) la fase di involuzione (catagen) nella quale rallentano progressivamente le funzioni attive e il capello arresta la sua crescita; questa fase dura in media due settimane;
3) la fase di riposo (telogen) dura 3-4 mesi e termina con la caduta del capello.
Dopo questa terza e ultima fase il follicolo rientra nella prima fase e ricomincia il suo ciclo di crescita.
Durante la gestazione i capelli diventano più folti e belli perché l’elevato livello di estrogeni fa sì che la fase anagen di crescita attiva del capello si allunghi. Inoltre la placenta produce prostaciclina, sostanza dotata di potente attività vasodilatante, che aumenta l’irrorazione dei tessuti del cuoio capelluto: il bulbo riceve quindi maggior nutrimento e i capelli nascono più sani e forti. Inoltre l’aumento di estrogeni comporta un rallentamento dell’attività delle ghiandole sebacee: i capelli appaiono meno grassi, più luminosi e puliti.
Dopo il parto la situazione sembra peggiorare drasticamente: si verifica un crollo degli estrogeni e molte donne manifestano un’intensa e più o meno acuta perdita di capelli. Questo fenomeno avviene perchè un gran numero di follicoli passa contemporaneamente e improvvisamente in fase telogen: è il cosiddetto “telogen effluvium post-partum” o “defluvium post partum” o “alopecia post-gravidica”.
A peggiorare la situazione si aggiunge, un aumento di produzione della prolattina, l’ormone dell’allattamento, che rende i capelli più deboli e accelera il passaggio dalla fase di crescita a quella di caduta. Inoltre, dopo il parto, gli ormoni androgeni (testosterone e suoi derivati), non più bilanciati dagli estrogeni, aumentano la loro attività e stimolano le ghiandole sebacee: il cuoio capelluto risulta quindi più grasso e i capelli appaiono più untuosi; molte donne devono quindi affrontare in questo periodo la comparsa di forfora più o meno accentuata.
Agli sbalzi ormonali si aggiunge la stanchezza, che spesso accompagna la donna nel delicato periodo del post-parto ed eventuali carenze nutrizionali che possono completare il quadro e accentuare il defluvium.
Inoltre, se durante il parto si sono verificate perdite di sangue importanti, l’anemia derivante dalla carenza di ferro può ulteriormente aggravare la caduta dei capelli.
Cosa fare nel defluvium post-partum?
Innanzitutto tranquillizzarsi: come già detto, il defluvium post-partum è un processo fisiologico e temporaneo che si arresta normalmente entro i 12 mesi dal parto; successivamente i capelli ritrovano il ritmo di crescita che avevano prima della gravidanza e la chioma ritorna folta come prima.
Se la caduta risulta particolarmente copiosa, può essere consigliabile rivolgersi al dermatologo. E’ infatti fondamentale escludere possibili cause concomitanti di perdita dei capelli, come ad esempio un dimagrimento eccessivo, una dieta sbilanciata con carenza di oligoelementi importanti per la salute dei capelli (ferro, rame, zinco), un’anemia o alterazioni della funzionalità tiroidea.
In alcuni casi molto rari, dopo il parto, si può sviluppare una forma di alopecia androgenetica (caratterizzata, fra l’altro, da una perdita di capelli maggiormente concentrata al vertice del cuoio capelluto): in questo caso una corretta diagnosi è necessaria per identificare il prima possibile questa forma e pianificare la terapia.
Se lo ritiene opportuno, lo specialista prescriverà integratori con sostanze rinforzanti, come cistina, biotina, omega 3 e 6, antiossidanti. Il dermatologo può anche consigliare un trattamento con lozioni topiche che contengono sostanze vasodilatanti, fattori di crescita, vitamina B e vitamina PP che migliorano la microcircolazione e fortificano il bulbo.
Consigli in pillole…
- È consigliabile utilizzare prodotti cosmetici molto delicati: shampoo, ristrutturanti, maschere devono essere scelti con cura, meglio se arricchiti con sostanze idratanti e nutritive; prodotti troppo aggressivi potrebbero indebolire ulteriormente il fusto del capello.
- “Stressare” i capelli il meno possibile: evitare di legarli in pettinature troppo “tirate” rinunciando per un po’ a trecce, code e chignon. Si raccomanda di non usare il phon troppo caldo o comunque di utilizzarlo tenendolo il più possibile lontano dalla testa.
- Anche la dieta può aiutare a contrastare la caduta dei capelli. Dopo il parto l’organismo della donna ha bisogno di maggiori quantità di vitamine e minerali per fare fronte al nuovo faticoso lavoro di mamma e per la produzione del latte. In particolare aumenta la richiesta di ferro, zinco e vitamine B, C, E che aiutano anche la salute del capello. Può essere utile, quindi, aumentare il consumo di alimenti come la frutta e le verdure di stagione (ricche di antiossidanti e vitamine), di uova (ricche di vitamina B5), di carne, legumi, pesce e latte, cibi che apportano ferro e zinco.
Dr.ssa dr.ssa Caterina Chiarini, dermatologa esperta in tricologia, riceve a Firenze presso il Centro Medlight