L’ostruzione intestinale è una patologia, che si presenta con una frequenza di uno su 2.000 nati.
Ecograficamente, viene sospettata nel corso del terzo trimestre, per il reperto di anse intestinali notevolmente dilatate (>10mm), con peristalsi molto attiva. Può associarsi o meno il polidramnios, che di solito è assente se l’ostruzione colpisce un tratto distale dell’intestino (più l’ostruzione è lontana dallo stomaco più difficilmente c’è il polidramnios). L’ostruzione intestinale fa parte di quelle patologie, che non possono essere diagnosticate con certezza prima della nascita. L’ecografia morfologica solitamente non dà alcun segno, e, se l’ostruzione è molto distale, ad esempio nel caso dell’ano imperforato, i segni ecografici mancano del tutto. E’ possibile che venga posto il sospetto di ostruzione intestinale, senza che questa sia presente, in quanto, soprattutto nel terzo trimestre, non è infrequente vedere delle anse di colon dilatate, per la presenza all’interno del meconio. La maggior parte dei sospetti sono quindi dei falsi positivi, non confermati dopo la nascita.
L’ostruzione intestinale può originare da una mancata canalizzazione del tubo intestinale, oppure dalla presenza di un volvolo, o per la densità del contenuto intestinale nel caso della fibrosi cistica.
La diagnosi differenziale dell’ostruzione intestinale si pone rispetto alle cisti addominali, da cui si distingue per la forma tubulare dell’ansa dilatata, e per la presenza di peristalsi. Va distinta anche dal rene multicistico, che si caratterizza per la presenza di numerose cisti, non comunicanti tra loro.
L’ostruzione intestinale può essere isolata, o associata ad altre patologie, quali fibrosi cistica (peritonite da meconio).
La gestione di questa condizione prevede:
- ecografia di secondo livello
- consulenza genetica
- eventuale risonanza magnetica fetale, se ci sono dei dubbi rispetto alla diagnosi differenziale
- consulenza con chirurgo pediatra, per discutere i dettagli relativi all’eventuale intervento chirurgico dopo la nascita, se dovesse essere confermato il sospetto ecografico.
La prognosi è solitamente positiva, ma dipende dalla lunghezza del tratto intestinale interessato. Infatti, se il chirurgo fosse costretto ad asportare lunghi tratti di intestino, ci potrebbero essere problemi, legati al malassorbimento (“sindrome dell’intestino corto”).